In questo articolo parlo delle principali cause dello “scalino” che talvolta si forma sulle cicatrici da taglio cesareo e cosa è possibile fare per trattarlo.
Quello che in gergo viene chiamato “scalino” per il suo aspetto è un’interruzione della continuità dell’addome a livello della cicatrice, che appare rientrata e forma un “gradino” rispetto alla parte inferiore al taglio cesareo: quella sopra il pube.
Parto con un disclaimer: ogni corpo accoglie la cicatrice in modo diverso e, confrontare il proprio addome con quello di un’altra donna ma anche con il proprio prima di gravidanza e parto uscendone svalutate è una tentazione fortissima che però non tiene in considerazione tantissimi fattori. Il primo fra tutti è la differenza tra i corpi: i tessuti che li compongono, la consistenza della cute, le problematiche di salute, la postura, la forma del corpo, i traumi precedenti, la gravidanza, il tipo di parto e queste sono tutte variabili che hanno grandissima influenza e, siccome non esistono corpi giusti o sbagliati migliori in senso assoluto o peggiori, confrontarli non sarebbe produttivo.
Le immagini del cambiamento che avviene ad un corpo prima e dopo aver dato alla luce uno o più bambini sono ancora vittima del tabù. Social, media, film, serie, immagini pubbliche cercano di mostrare solo quei corpi che sembrano non avere segni del passaggio che hanno vissuto. Niente smagliature, pelle rilassata, cicatrici, diastasi. Questo crea aspettative non aderenti alla realtà e ci rende meno inclini ad accogliere i cambiamenti del nostro corpo obbligandoci a confrontarci con un corpo che non rappresenta tutte le variabili ma solo una piccola fetta. Inoltre, l’immagine che abbiamo di noi stesse, non combacia più e questo è un passaggio fisiologico delicatissimo che richiede una graduale ricostruzione dell’immagine corporea.
Fatte queste doverose premesse, con questo background possiamo parlare di scalino e cicatrice da cesareo lasciando da parte i giudizi di valore e osservandolo con più oggettività.
Le ragioni per cui anatomicamente può formarsi questo gradino sono diverse:
- Una è quella legata ad un tessuto cicatriziale poco elastico, rigido, poco mobile che limita il movimento di quella zona creando proprio una discontinuità tra l’addome e la parte sopra il pube. Questo tessuto soprattutto nei primi mesi dopo il parto può essere modificato con una valutazione ed un trattamento adeguati da parte di un fisioterapista che potrà anche dare consigli su come autotrattarsi. Perché no, non basta la crema giusta.
- Un’altra causa potrebbe essere legata alla presenza di zone di aderenza legate al tessuto connettivo, alla fascia a livello addominale anche queste richiedono una valutazione ed un trattamento specifici da parte di un fisioterapista.
- Lo scalino può anche essere presente nel caso in cui l’addome, per via della diastasi addominale, non abbia ancora recuperato la propria funzione contenitiva. Cosa è la diastasi? La diastasi è la separazione die due muscoli retti dell’addome (quelli che corrono ai lati dell’ombelico e vanno dallo sterno sino al pube). Se questa condizione si protrae a un anno dal parto causando problemi di gonfiore, digestione, difficoltà a contenere i visceri addominali allora occorre valutare e trattare il problema. In questo caso la valutazione medica e fisioterapica, la riabilitazione per la diastasi o, dove necessario l’intervento permettono di ridurre moltissimo questo scalino.
- Alle volte si può essere in presenza di un rilassamento della cute dell’addome perché il rapido cambiamento del corpo prima in gravidanza, poi dopo il parto, ha superato la capacità di adattamento della cute. questo può generare l’effetto “scalino” sulla cicatrice. Questo disturbo di carattere estetico può essere affrontato e valutato da medici specializzati in estetica e anche da fisioterapisti dermatofunzionali.
- Un altro fattore che può generare questo effetto “scalino” è la presenza di gonfiore addominale o la presenza di una maggior quantità di tessuto adiposo sempre a livello addominale. Anche questi due aspetti necessitano di una valutazione specifica perché hanno molteplici cause.
Ricorda: immediatamente dopo il parto (nelle prime settimane) è normale che il gonfiore dovuto all’intervento generi questo aspetto. Ci sono molte strategie per ridurre l’edema: indumenti compressivi, ghiaccio, movimento adeguato, linfodrenaggio manuale, linfotaping, respirazione… In questo caso l’intervento e i consigli di un fisioterapista specializzato, come me, possono essere di grande aiuto.
Ovviamente vi sono i casi in cui questo gradino tende spontaneamente a ridursi nei mesi dopo il parto, altre volte tende a permanere per una o più delle cause che ho citato fin ora. Perché il più delle volte questo scalino è generato da una somma di fattori e non da uno preso singolarmente.
Questo sempre per rimarcare la variabilità e la complessità che stanno dietro ad una cicatrice, dietro ad un corpo e a tutto ciò che ha affrontato. Quindi delle aderenze possono sommarsi ad una diastasi, la cute più rilassata dell’addome può sommarsi ad un tessuto cicatriziale poco mobile e così via.
In ogni caso, una volta individuate le cause, può sempre essere fatto qualcosa per migliorare aspetto e funzionalità di addome e cicatrice.
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